Sono 170 le opere pubbliche individuate da Legambiente per fare aprire i cantieri e rilanciare investimenti e occupazione. Alla faccia delle polemiche sull’ambientalismo “del no”, l’associazione ha realizzato un elenco certosino, suddiviso per Regione e per tipologia di intervento - messa in sicurezza, bonifica, trasporti, infrastrutture - di opere grandi, medie o piccole che consentirebbero agli italiani di vivere meglio. I criteri adoperati per la loro selezione sono, infatti, quelli dell’utilità per i cittadini e i territori, del miglioramento della sicurezza sismica, idrogeologica e sanitaria, dell’innovazione nel sistema della mobilità, di un minore consumo delle risorse naturali e di materia, della transizione energetica.
Un esempio eclatante. La linea ferroviaria Pontremolese che collega Parma con La Spezia passando per la Toscana è per il 50% a binario unico, nonostante rappresenti un tratto fondamentale del corridoio Tirreno-Brennero. Il dossier individua anche le emergenze nazionali in attesa di risposte.
“Vista la crisi climatica e i limiti di bilancio è necessario scegliere le priorità, e cambiare metodo, perché finora si è agito sugli effetti senza prendere di petto le cause. Gli interventi che mettiamo in evidenza sono coerenti con la lotta ai cambiamenti climatici - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - farebbero aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture, produrre un salto di qualità nell’economia: interventi che danno concretezza agli ingenti investimenti che si prevedono a livello nazionale ed europeo per il Green New Deal. Alla luce del piano presentato dalla Commissione europea con lo stanziamento di mille miliardi di euro per le politiche ambientali e climatiche, una parte importante di queste risorse deve finanziare il Green New Deal italiano, dando priorità a queste 170 opere”.
“Questo dossier - aggiunge Maria Maranò della segreteria nazionale di Legambiente e curatrice del rapporto sul Green New Deal italiano - è un contributo che vogliamo offrire al dibattito pubblico, individuando i diversi e numerosi ostacoli da rimuovere una volta per tutte, e intervenendo sui processi ordinari e non superando vincoli e regole che negli anni hanno saputo evitare disastri. Non serve smontare le regole che pongono argini agli scempi, all’illegalità, all’infiltrazione mafiosa, al lavoro nero e dequalificato. Sono circa 20 anni che si interviene con leggi speciali per sbloccare i cantieri, dai nomi salvifici - Legge Obiettivo (governo Berlusconi), Sblocca centrali (Berlusconi), Sblocca Italia (Renzi), Sblocca Cantieri (Conte 1) - che si accompagnano solitamente con una moltiplicazione di commissari straordinari; ma la realtà ha dimostrato che gli effetti di queste norme, quando non fanno danno, sono poco efficaci”.
Le 6 emergenze regionali per la Toscana - messe nero su bianco da Legambiente - vanno dal potenziamento della linea ferroviaria Pontremolese alla messa in sicurezza del Corridoio Tirrenico, passando per il completamento della rete tramviaria nell’area metropolitana fiorentina. “Un Green New Deal necessario anche per la nostra splendida regione – conclude Fausto Ferruzza, Presidente di Legambiente Toscana – alla quale dobbiamo garantire un riequilibrio tra aree periferiche e piana metropolitana. Da questo punto di vista, rievocare la suggestione del potenziamento ferroviario della tratta costiera e concepire il Parco Nazionale del Magra come necessaria infrastruttura verde al servizio dello sviluppo locale in Lunigiana, significa per noi “curare” da vicino il tema delle aree interne. Senza pregiudizi, ma anzi affrontando con coraggio i nodi irrisolti da tanti anni …”
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