L’aggressione alle Alpi Apuane prosegue a tappe forzate. Mentre manifestiamo domenica per il
Monte Procinto, il comune di Vagli di Sotto è impegnato a “licenziare” 165 ettari di nuove cave, che sfigureranno in maniera irreversibile i bacini in cui già insistono attività estrattive di dimensioni industriali. Carcaraia, Colubraia, Fontana Baisa, Monte Macina, Monte Pallerina: questi i nomi dei bacini, con dei piani attuativi già passati nelle conferenze dei servizi (l’ultima è fissata per domani, venerdì 29 marzo) senza neanche coinvolgere nella consultazione le associazioni ambientaliste: approvati in incontri tecnici, senza nessun contraddittorio coi portatori di interessi diffusi.
Per ogni bacino, le cave si estenderanno nella Zona di Protezione Speciale denominata “Praterie primarie e secondarie delle Apuane”. La Valutazione d’Incidenza di tutti e 5 i piani segnala impatti rilevanti sugli habitat e sulle specie, molte delle quali sono in cattivo stato di conservazione nel territorio nazionale. Si andranno a danneggiare complessi carsici, come la Carcaraia, in parte non ancora esplorati per le difficoltà di accesso, col rischio, data anche la scarsità dei controlli, di distruggere un patrimonio geologico e naturalistico prim’ancora di averlo conosciuto.
Il Comune, che conta 930 abitanti, ha l’obiettivo con questi piani di raddoppiare gli occupati nel settore estrattivo, portandoli a oltre 200 dagli attuali 125, aggravando così l’effetto monocultura e precludendo per sempre le alternative economiche plausibili, come il turismo naturalistico ed enogastronomico, le attività agrosilvopastorali, tutti settori che trovano nell’attività estrattiva industriale un’antagonista implacabile. Senza nessuna cura per la tutela, che dovrebbe discendere dall’essere semplicemente ricompresi nei confini del Parco Regionale delle Alpi Apuane.
Il Parco, da parte sua, con una recente delibera del Consiglio Direttivo, ha manifestato l’intenzione di rimuovere il divieto di estendere l’attività estrattiva nella Zona di Protezione Speciale, consentendo gli scavi in galleria, e per questo intende procedere all’affidamento di un incarico esterno di consulenza legale, quando da anni i parchi toscani, per contenere la spesa delle consulenze, hanno sempre fatto riferimento all’Avvocatura Regionale per pareri e patrocini. Evidentemente il risparmio, quando si tratta di consentire le escavazioni, cessa di essere un obiettivo prioritario e cede all’esigenza di reperire pareri accondiscendenti.
Complice l’isolamento di questo ambito territoriale e delle comunità in esso insediate, stiamo assistendo ad un’operazione di distruzione della montagna apuana che non ha precedenti sul versante lucchese. Per questo ci appelliamo alla Regione, affinché svolga fino in fondo il suo ruolo sovraordinato di governo del territorio e di salvaguardia attiva del proprio inestimabile patrimonio paesaggistico e naturale.