PREMESSE
Il fiume Magra, col suo bacino idrografico, ha sempre caratterizzato l’identità ecologica, sociale ed economica della Lunigiana storica. Quel bacino oggi è diviso tra due Regioni: Toscana e Liguria, una separazione amministrativa che ha portato con sé necessariamente anche strumenti e modelli di gestione del territorio e degli ecosistemi frammentati e non unitari.
Il fiume Magra in Toscana è stato tutelato negli ultimi 15 anni, per un tratto di circa 13 chilometri, da due ANPIL (Aree Naturali Protette d’Interesse Locale) che la recente legge regionale ha abrogato, lasciando quegli habitat senza una chiara destinazione futura.
Il tratto ligure del Magra e del suo principale affluente, il Vara, invece, è interessato dal Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, che ha una storia travagliatissima fin dalla sua istituzione. Esso nacque infatti sull’onda di strenue lotte ambientaliste, volte a ottenere la giusta tutela di ecosistemi tanto fragili quanto minacciati. Un Parco Regionale, poi, sempre sottoposto a pressioni, che ne hanno impedito la piena operatività nei suoi strumenti di pianificazione e gestione, fino alle più recenti istanze che hanno tentato di promuoverne persino l’abrogazione.
L’unica esperienza compiuta di pianificazione e tutela è stata quella del Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) dell’Autorità di Bacino Interregionale del fiume Magra, oggi inglobata nell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale. Un’esperienza positiva, da cui trarre ispirazione per far diventare il Magra e il suo ecosistema fluviale elemento unificante d’integrazione delle politiche: di tutela della biodiversità, di gestione ambientale e difesa del suolo.
Il fiume Magra rappresenta inoltre un importante corridoio ecologico che svolge un rilevante ruolo di collegamento tra aree ed ecosistemi continentali e mediterranei, confermando la sua strategicità per garantire servizi ecosistemici e attuare le strategie della Convenzione degli Appennini e del progetto APE- Appennino Parco d’Europa. Il Magra è infatti in una posizione cruciale di collegamento e di cerniera tra habitat protetti dell’appennino tosco-ligure d’importanza internazionale, quali: il Parco Nazionale delle Cinque Terre, Patrimonio dell’Umanità Unesco; il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco/Emiliano, Riserva della Biosfera Unesco; infine il meraviglioso Parco Regionale delle Alpi Apuane, Global Geopark Unesco.
Tutto ciò premesso, i firmatari convengono:
- che il fiume Magra rappresenta un sistema ecologico unico e strategico, per il quale è imprescindibile garantire la tutela omogenea della biodiversità, sia in Toscana che in Liguria;
- che gli attuali strumenti di tutela e valorizzazione del fiume Magra, sebbene fragili e frammentati, non sono solo da confermare ma anzi occorre estenderli per sviluppare un sistema di salvaguardie integrate e interregionali del fiume Magra;
- che lo strumento idoneo per perseguire tali obiettivi è l’istituzione del Parco interregionale del fiume Magra, realizzabile con l’adozione di strumenti normativi e procedurali di competenza delle Regioni Liguria e Toscana, quali la conferma o l’istituzione dei Parchi regionali di riferimento e la stipula dell’Intesa prevista dalle normative e dagli statuti delle regioni stesse, in vista di un’auspicabile gestione coordinata e unitaria dell’ecosistema fluviale.
I firmatari s’impegnano inoltre:
- ad attivarsi per sollecitare le Regioni e gli Enti Locali a intraprendere il percorso per l’istituzione del Parco Interregionale del fiume Magra;
- a promuovere progetti e strategie di sistema che favoriscano la tutela e la valorizzazione unitarie dell’ecosistema fluviale del Magra;
- a dare rilievo pubblico all’adesione al presente manifesto e ai contenuti dello stesso, oltre a promuovere iniziative a favore del Parco Interregionale del fiume Magra.
Sarzana, lì 21 giugno 2019
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