In Italia l’emergenza smog resta un problema cronico. Il 2021 è stato un anno nero, non solo per la pandemia, ancora in corso, ma anche e soprattutto per la qualità dell’aria. Su 102 capoluoghi di provincia analizzati, nessuno è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ossia una media annuale inferiore a 15 microgrammi per metro cubo (μg/mc) per il PM10, una media sotto i 5 μg/mc per il PM2.5 e sotto i 10 μg/mc per l’N02.
Di fronte a questa fotografia impietosa, Legambiente torna a ribadire l’urgenza di ripensare le nostre città, in particolare le aree metropolitane, a partire dai grandi spazi pubblici. L’obiettivo è una mobilità sempre più sostenibile e intermodale, in condivisione ed elettrica. Per questo, ha preso vita la seconda edizione della Campagna Clean Cities che dal 3 febbraio al 5 marzo toccherà ben 17 capoluoghi italiani. È la volta di Firenze (13-14 febbraio), seguiranno: Padova (15 febbraio), Bologna (16-17 febbraio), Bari (18-19 febbraio), Perugia (19-20 febbraio), Catania (21 febbraio), Palermo (22 febbraio), Roma (23-24 febbraio), Cagliari (25-26 febbraio), Pescara (26-27 febbraio), Genova (28 febbraio, 1° marzo), per concludere il viaggio a Torino il 2 e 3 marzo prossimi. Ogni tappa, della durata di due giorni, è organizzata con iniziative di piazza, flash mob, presidi, attività di bike to school, confronti con amministratori e stakeholders e i temi che l’associazione ambientalista porterà all’attenzione sono: il risanamento della qualità dell'aria, la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico elettrico, le strade scolastiche, le zone a zero emissione, l’adozione e l'implementazione dei PUMS e relativi programmi di investimento.
“Il problema dell’inquinamento atmosferico - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - non è un problema esclusivamente ambientale, ma anche e soprattutto sanitario. In questo report di Mal’aria 2022 abbiamo voluto confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’OMS. La revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta ad essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi proprio in funzione dei limiti dettati dall’OMS. Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di procedure d’infrazione per gli Stati membri inadempienti. L’Italia ha al momento attive tre procedure d’infrazione per tre inquinanti quali il PM10, PM2,5 e il biossido di azoto (NO2). Gli agglomerati chiamati in causa sono diversi e sono diffusi per tutto il Paese: si va dalla valle del Sacco al territorio tra Napoli e Caserta, dalla zona di Pianura ovest e Pianura Est in Emilia Romagna agli agglomerati di Milano, Bergamo, Brescia, Roma, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Torino, Palermo e, ancora, dalla Piana Lucchese all’area di Prato-Pistoia, dalla Conca Ternana fino alle aree industriali della Puglia. Tutti territori dove la salute dei cittadini è stata messa sistematicamente a rischio dalle elevate concentrazioni degli inquinanti atmosferici”.
“Anche la Toscana, come il resto del Paese, deve uscire al più presto da una fase caratterizzata dalla logica dell’emergenza e delle false promesse – dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana – improntate spesso a non prendere quelle decisioni, impopolari ma giuste, utili a rivoluzionare le nostre città. L’inquinamento atmosferico deve essere affrontato in maniera trasversale e integrata con azioni efficaci, incisive e durature, varate in modo armonico dal governo nazionale e da quelli regionali e comunali. In ambiente urbano, i due settori che incidono di più sono da sempre la mobilità e la climatizzazione domestica. Un cambio di paradigma è, quindi, necessario proprio a partire da questi due settori. Per questo, dobbiamo puntare davvero sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione, ripensando totalmente l’interconnessione dei nostri spazi urbani. Ecco perché saranno cruciali le risorse del PNRR. Ancora: sarà rilevante puntare sull’efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio e bloccare definitivamente la commercializzazione dei veicoli a combustione interna entro il 2030. Entrando, infine, nel dettaglio della situazione toscana, non possiamo non constatare il permanere delle solite, note criticità: sul fronte del particolato fine nella Piana Lucchese e in particolare nella stazione di Capannori; del biossido d’azoto a Firenze (con punte acute nella stazione di Viale Gramsci) e un dato generalmente più diluito su tutto il territorio regionale nella sua gravità per quanto concerne l’ozono (e quest’anno per l’O3 le maglie nere spettano alle stazioni di Signa e Montale)”.
LE PROPOSTE DI LEGAMBIENTE. Di fronte a questo quadro e agli obiettivi di riduzione da raggiungere, vogliamo rilanciare le nostre proposte per “l’ecosistema urbano”. Oltre all’importanza di ridisegnare gli spazi pubblici a misura d’uomo (con quartieri più interconnessi e accessibili, con più zone car free, la cosiddetta “città a 15 minuti” in cui tutto ciò che serve sta a pochi minuti a piedi da dove si abita, strade a 30 km/h, strade scolastiche), occorre anche aumentare il trasporto pubblico elettrico con tanti nuovi autobus per il TPL (rifinanziando il Piano Nazionale Strategico della Mobilità Sostenibile a favore di soli autobus a zero emissioni); come per l’area metropolitana fiorentina, occorre completare la rete tramviaria e investire ancor di più sulla cura del ferro (con nuovi treni e potenziamento della rete regionale, col completamento dell’elettrificazione, sia sulla Empoli-Siena -in corso- che sulla Siena-Grosseto, di là invece da venire). Va poi incentivata la sharing mobility anche e soprattutto nelle periferie e nei centri minori, realizzando nuove ciclovie e corsie ciclabili, e rendendo l’80% delle strade condivise tra cicli e veicoli a motore. Occorre, ancora, vietare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030 (e al 2035 per camion e autobus interurbani, prevedendo una strategia specifica per il biometano liquido per l’autotrazione), con lo stop agli incentivi per la sostituzione dei mezzi più vecchi e inquinanti a favore di mezzi più nuovi ma ugualmente inquinanti. Sul fronte del riscaldamento domestico, serve un piano di riqualificazione energetica dell’edilizia pubblica, con la promozione di abitazioni a emissioni quasi-zero (NZEB) grazie alla capillare diffusione di misure strutturali come il “Bonus 110%”, che favorisca il progressivo abbandono delle caldaie a gasolio da subito e a metano nei prossimi anni, verso sistemi più efficienti alimentati da fonti rinnovabili (es. pompe di calore, su tutti).
Petizione on line “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” per chiedere al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l'uso dello spazio pubblico e della strada.
Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/page/74655/petition/1
In allegato il dossier Mal’aria Toscana 2022 a cura del Responsabile Commissione Aria di Legambiente Toscana, Ing. Michele URBANO, e l'invito per l'ultimo appuntamento della tappa.
Valentina Bifulco | Media and communication Legambiente Clean Cities Campaign
v.bifulco@legambiente.it | 3282611746