Firenze, 18 dicembre 2024 - Ritardi cronici, stazioni chiuse da anni e treni poco frequenti sono la sfida quotidiana dei pendolari e delle pendolari che utilizzano le linee peggiori d’Italia tra cui è presente anche la Firenze-Pisa, che, nell’ultimo report Pendolaria 2025 di Legambiente, è stata definita la peggiore in affidabilità fra quelle toscane. La linea infatti è utilizzata da merci, treni regionali e anche alta velocità, e vi si innesta anche la linea da Siena, che la utilizza da Empoli a Firenze. Inoltre, la linea trova nel nodo saturo di Firenze e nei blocchi alla stazione di Empoli, ulteriori punti deboli uniti a ripetute cancellazioni e ritardi.

In Toscana, oltre 210mila persone ogni giorno hanno viaggiato in treno durante il 2023, dati in sostanziale crescita (+5,9%) rispetto al 2022. La Toscana è la quarta regione italiana per numero di viaggiatori e viaggiatrici giornalieri, dopo Lombardia, Lazio e Campania. Inoltre, la nostra regione è seconda nella classifica nazionale dopo la Lombardia per offerta di treni per km, con 827 corse giornaliere realizzate da una flotta di 252 treni con un’età media di 13 anni, leggermente al di sotto della media nazionale.

A fare il punto su questi dati del trasporto ferroviario è il nuovo report Pendolaria 2025 di Legambiente, presentato oggi a Roma, che mette in fila dati, trend e proposte. Partendo dal portafoglio delle risorse nazionali, è a dir poco esiguo l’incremento di 120 milioni previsto nella proposta di legge di Bilancio 2025 per il Fondo Nazionale Trasporti, sottofinanziato da anni. In valori assoluti, i finanziamenti nazionali per il trasporto su ferro e su gomma sono passati da circa 6,2 miliardi di euro nel 2009 a 5,2 miliardi nel 2024, ma questi importi restano ben al di sotto delle necessità e rappresentano un –36% se si considera l’inflazione di questi ultimi 15 anni. In Toscana, la Regione non ha reso disponibile il valore della spesa delle regioni e delle province autonome per il servizio ferroviario regionale nel 2023, anche in relazione alle linee da potenziare e riattivare in regione.

"Il quadro generale del servizio ferroviario regionale toscano mostra una situazione fortemente eterogenea. A fronte di dati ancora positivi per numero ed età dei convogli rispetto alla media nazionale, osserviamo una situazione preoccupante specie su alcune linee come Firenze-Pisa e Firenze-Arezzo“ dichiara Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità sostenibile Legambiente Toscana. “Occorre agire rapidamente con investimenti capillari su servizi e infrastrutture. Raddoppi e passanti ferroviari, come la Lunetta di Sinalunga; potenziamenti, velocizzazioni ed elettrificazioni (tra cui la Siena-Grosseto), con particolare attenzione al ruolo intermodale delle stazioni: questo è il tipo di interventi che - ben più delle grandi opere - può garantire un impatto positivo sul diritto alla mobilità delle persone, riducendo concretamente l’uso del mezzo privato.”

In tal senso, secondo Legambiente per risolvere i problemi sulle linee peggiori d'Italia, in particolare sulla linea Firenze-Pisa, sarebbe necessario procedere su due fronti: da un lato, quadruplicare tutta la ferrovia da Firenze a Pisa (l’unico tratto di quadruplicamento attivo ad oggi è dal Bivio di San Donnino a Montelupo) e attivare nuovi sistemi di circolazione a Firenze (compreso il segnalamento ERTMS HD, che permetterebbe di aumentare i treni sul nodo); dall’altro, potenziare gli itinerari alternativi (primo fra tutti il tratto Firenze-Pistoia-Lucca, ancora a binario singolo per ritardi nei lavori e per i “litigi condominiali” dei consiglieri comunali di Montecatini e Pescia).

Invece, a livello nazionale, le proposte che Legambiente indirizza al Ministro Salvini sono tre: 1) un deciso incremento degli investimenti nel settore dei trasporti pubblici accompagnato da un rafforzamento del ruolo di coordinamento del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 2) promuovere una mobilità urbana più sostenibile e sicura con piste ciclabili, l'estensione delle zone a traffico limitato e di moderazione del traffico (“zone 30” o “zone 20”), il potenziamento della mobilità condivisa e lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico locale efficienti, come tram, metro e autobus elettrici. 3) garantire un servizio di trasporto pubblico di alta qualità nelle aree urbane.