Firenze, 16 ottobre 2024 - Sulle pagine della Nazione di ieri Legambiente apprende con sconcerto che Il Centro Visite della Riserva Naturale del Padule di Fucecchio è stato affidato dal Comune di Larciano non a un’associazione ambientalista ma a Federcaccia, assieme a un’altra associazione locale meritoria come Intrecci.
Il Centro Visite di Castelmartini è nato nel 2013 su progetto del Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule di Fucecchio – ed è stato realizzato con 680.000 euro di fondi pubblici: in gran parte della Regione, con fondi comunitari POR–CreO finalizzati – citiamo testualmente – “alla promozione dello sviluppo economico sostenibile nell’ambito delle aree protette”. E d’altra parte la LR 30/2015 prescrive che “le funzioni relative alla gestione delle riserve regionali sono esercitate dalla Regione per il tramite dei competenti uffici regionali, anche decentrati e, limitatamente alle aree e ai siti di cui all'articolo 12, comma 4, lettera c), avvalendosi, previa stipula di convenzione, degli enti parco e dei comuni, anche in forma associata, nonché delle associazioni di protezione ambientale qualora siano attivate le forme di collaborazione”.
Per questa ragione, l’edificio è vincolato alla funzione di Centro Visite della Riserva Naturale, vincolo ribadito anche nella convenzione con la proprietà Poggi Banchieri, che ha donato il terreno in memoria della compianta Irene Alfano. Al momento dell’inaugurazione è stato il Centro di Ricerca ad arredare la struttura e a realizzare gli allestimenti espositivi sul Padule, garantendo per dieci anni aperture al pubblico, visite ed eventi con collaboratori, volontarie e volontari. A gennaio il Centro ha cessato le attività; da qui la decisione della Regione Toscana di affidare il Centro Visite per un anno al Comune di Larciano, che pur mantenendo la gestione ha concesso l’utilizzo degli spazi a varie associazioni locali.
In base al bando poi pubblicato, gli interessati dovevano avere “fra le proprie finalità statutarie la tutela e valorizzazione ambientale”, senza necessità di esibire una relazione o un curriculum a supporto di questa generica dichiarazione.
Ed è così che gli spazi, come se si trattasse di un qualsiasi edificio pubblico, sono stati adesso concessi all’associazione Intrecci (meritoria, anche se anch’essa non propriamente ambientalista), e anche alla Federcaccia di Larciano.
Per Legambiente si tratta di un epilogo quanto meno sorprendente, che non può non indignare. Anche perché, a parità di condizioni, si poteva semplicemente emulare il bando per la gestione del vicino Centro Visite del Lago di Sibolla, realizzato dal Comune di Altopascio. Quel bando richiedeva ai partecipanti impegni ben precisi per far vivere il Centro Visite: un numero minimo di giornate di apertura al pubblico garantite da Guide Ambientali (qualificate ai sensi di legge) e l’organizzazione di eventi di stretta rilevanza ambientale. Invece il Comune di Larciano ha preferito assecondare nella maniera più sfacciata le velleità di quanti hanno da sempre osteggiato la Riserva Naturale. Legambiente si augura che la Regione Toscana sappia adesso risolvere questo increscioso incidente di percorso.
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