La costruzione della ipotizzata base militare di Coltano sottrarrebbe decine di ettari di terreni ottimi, che attualmente risultano coltivati con tecniche biologiche, in un’area che vede una percentuale di superficie dedicata al biologico estremamente elevata (il 30% circa) e che trova poche analogie nel territorio regionale. In un contesto di crisi come quello in cui ci troviamo e nel quale voci autorevoli stanno paventando il verificarsi di una possibile scarsità di derrate alimentari nei prossimi mesi, la produzione di cibo, soprattutto di qualità, è una questione che assume una sempre maggiore rilevanza. L’importanza di queste produzioni va contestualizzata anche in vista di un’auspicabile riduzione della dipendenza dall’import estero. Inoltre, proprio per il fatto che Coltano si caratterizza per questa forte presenza di produzioni biologiche, diminuirne tale peculiarità comprometterebbe uno dei compiti principali del Parco, e cioè quello di favorire tecniche agricole rispettose della naturalità dei luoghi e moltiplicatrici di servizi ecosistemici per il territorio.
Oltre all’aspetto produttivo, anche i paesaggi agrari, con un’alternanza di campi, boschi e siepi, collegati da grandi viali, spesso arricchiti da spettacolari alberature, costituiscono un valore importante e originale di Coltano rispetto alle altre pianure agricole della nostra regione e di tutto il Paese, che spesso si caratterizzano per paesaggi uniformi, semplificati e che hanno perso quasi ogni caratteristica di naturalità. Va evidenziato inoltre che questa preziosa trama rurale, al margine delle superfici boscate, costituisce un ecotono di enorme valore paesaggistico e naturalistico, scrigno insostituibile per molte specie d’interesse conservazionistico.
Ciò che contraddistingue, infatti, Coltano e che forse non è ancora di pubblico dominio è la presenza di una elevata biodiversità in ambiente agrario, elemento che sta diventando sempre più uno degli obiettivi (pilastri) delle politiche comunitarie in campo agro/ecologico, in ragione proprio della progressiva perdita di biodiversità negli ambienti coltivati con modalità tradizionali e intensive in tutta Europa. Al riguardo, gli studi più recenti sul declino degli insetti e degli uccelli nei Paesi della UE, hanno individuato proprio nei territori intensamente coltivati, la maggior perdita di specie.
Non solo. Pur con una funzione agricola prevalente, Coltano ospita ancora un insieme di aree boscate di elevato valore naturalistico, in prevalenza latifoglie, che sono la testimonianza delle più estese foreste che popolavano le nostre pianure nei secoli passati, insieme a zone umide che seppur di limitata estensione (e talvolta con allagamenti limitati al periodo invernale e primaverile), ospitano un insieme di piante, uccelli, anfibi e rettili, macro/invertebrati (farfalle, libellule, coleotteri), ribadiamo: di grande valore conservazionistico.
Nelle aree boscate più integre, ma anche e soprattutto negli immediati dintorni delle poche aree urbanizzate, come fuori dal recinto dell’Ex Centro Radar, si possono osservare specie e fitocenosi interessanti che danno piena testimonianza di una naturalità diffusa. Molte di queste specie sono documentate in studi dell’Università di Pisa, nel Piano di Gestione dei boschi della Tenuta (2009-2018), negli studi del Centro Ornitologico Toscano per quanto riguarda l’avifauna, e, più recentemente, anche del Comitato per la difesa di Coltano che ha documentato in maniera approfondita l’importanza della Tenuta per il birdwatching. Ad esempio, sia in alcune aree non interessate dall’attività agricola, sia all’interno e sulle sponde dei canali di bonifica, sono presenti specie igrofile importanti. In questi ambienti, aree umide spesso anche di ridotte dimensioni con piccoli canneti e alberature ripariali, ospitano uccelli, pesci e rettili legati agli ambienti acquatici che, tanto a livello regionale quanto nazionale, risultano sempre più minacciati, sia per quanto riguarda la superficie occupata, sia in relazione alla qualità del loro stato di conservazione. Proprio per la presenza di questi preziosi elementi di naturalità, che convivono finora armonicamente con le attività agrosilvopastorali, si ritiene che in presenza di un eventuale o parziale regresso di tali pratiche rurali, possa plausibilmente verificarsi – senza choc ecologici – un processo spontaneo di rinaturalizzazione. Alla luce di ciò, si ritiene, inoltre, che eventuali interventi di “habitat restoration”, mirati a ricreare ecosistemi naturali capaci di ospitare specie di animali e piante di interesse conservazionistico potrebbero essere coronati da successo.
Risulta così di tutta evidenza come Coltano presenti tutte quelle caratteristiche e peculiarità per poter consolidare e sviluppare le proprie componenti naturalistiche, con interventi da realizzare col pieno accordo degli agricoltori, cercando, ad esempio, di cogliere l’occasione che si verificherà con la pubblicazione dei prossimi bandi comunitari. Non solo per ripristinare alcuni habitat degradati e migliorare quelli esistenti, ma anche e soprattutto ricreare, ove possibile, boschi planiziali e zone umide fondamentali per la conservazione della natura nel Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli. Diversamente, riteniamo verosimile che lo stravolgimento degli agroecosistemi che si verificherebbe a seguito della scellerata costruzione della base militare costituirebbe un ostacolo insormontabile per la tutela e rinaturalizzazione di Coltano.
Infine, l’ambientalismo scientifico non può dimenticare il grande tema della fruizione. Se questi interventi si accompagneranno, infatti, al miglioramento della rete sentieristica, da sviluppare utilizzando la viabilità rurale esistente compatibilmente con le emergenze biotiche, evitando al contempo la realizzazione di strutture pesanti in asfalto, cemento o altro (strade bianche e strade inerbite, sentieri interni alle aree boscate, margini dei campi percorribili), sarà possibile sviluppare il turismo naturalistico. Un turismo verde, responsabile e sostenibile, che potrà integrare e arricchire di contenuti il turismo rurale, già significativo per alcune aziende della Tenuta, creando nuove occasioni di reddito e di conoscenza del territorio, da custodire come esempio cristallino della convivenza feconda fra uomo e natura.