San Giovanni Valdarno, 19 novembre 2024 - Trentatré licenziamenti e 75 giorni di tempo per trovare un accordo sindacale per i lavoratori e le lavoratrici di ABB E-mobility di San Giovanni Valdarno. Lo stabilimento che produce colonnine per la ricarica di auto elettriche è stato inaugurato solo due anni fa e la crisi dell’auto elettrica sarebbe la causa degli esuberi, secondo l’azienda. Immediata la risposta delle Rsu dei sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil che hanno organizzato uno sciopero e hanno chiesto a gran voce, accanto ai lavoratori e alle lavoratrici, che si fermi la procedura di licenziamento collettivo e si faccia invece ricorso agli ammortizzatori. Erano presenti alla protesta diversi rappresentanti istituzionali di tutto il Valdarno, in primis Valentina Vadi, sindaca di San Giovanni Valdarno. Legambiente Toscana si unisce alla solidarietà mostrata da sindacati, rappresentanti politici e associazioni del territorio.
“Come Circolo Legambiente Valdarno Superiore esprimiamo la nostra piena vicinanza e solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici della ABB E-Mobility. Condividiamo il loro percorso di lotta per la rivendicazione necessaria a garantire la cassa integrazione da subito per il sostegno delle famiglie,” dichiara Sergio Serges, presidente del Circolo Legambiente Valdarno Superiore. “È stato chiesto un tavolo regionale di crisi che confidiamo venga aperto quanto prima.”
“Quello che stiamo vedendo in Valdarno Superiore è solo un episodio della grande crisi dell’automotive in Italia e in Europa,” dichiara Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana “aver posticipato lo stop alle auto termiche, o aver indebolito la normativa UE per fare spazio ai biofuels di ENI (come ha fatto il Governo Meloni), non solo ha rallentato la lotta alle emissioni climalteranti, in un momento storico in cui la crisi climatica colpisce duramente il Paese, ma ha determinato confusione e incertezza nell’intero settore, con gravi conseguenze sulla competitività dell’industria italiana e europea e, come si evince dal caso ABB, anche sulla stabilità della nostra forza lavoro”.
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