Su San Vincenzo Legambiente può dire che “conosce” da tempo gli scempi ambientali che sono stati inferti al territorio, con tentativi reiterati di alterazione paesaggistica e consumo di nuovo suolo. Queste vicende hanno prodotto una vasta giurisprudenza di ricorsi al TAR e di demolizioni di manufatti autorizzati ma fuori legge, oltre a numerosi sigilli giustapposti su locali abusivi che da anni esercitavano nella stagione estiva. Legambiente, a queste latitudini, ha sempre “denunciato” una evidente sproporzione tra il dilagare del cemento e la progressiva diminuzione degli abitanti.
Non è affatto un caso che il Comune di San Vincenzo, negli anni, sia stato l’unico in Toscana a “meritarsi” la disonorevole Bandiera Nera di Goletta Verde.
Oggi non vogliamo maramaldeggiare. Quello che sta emergendo assume caratteri di gravità inaudita. Ed è giusto che sia la Magistratura ad appurare la consistenza e la qualità delle infrazioni. A noi spetta, crediamo, una riflessione più profonda, che sappia coinvolgere cittadini, associazioni, partiti, istituzioni, possibilmente di un territorio più vasto della sola San Vincenzo. Una riflessione che parta da alcune semplici domande: quale futuro vogliamo per la costa toscana? Come decliniamo un modello turistico che sia autenticamente rispettoso dei valori ambientali e culturali (unici al mondo) di questo territorio? Come riusciamo a spostarlo da logiche meramente quantitative a paradigmi di alta qualità (turismo verde, esperienziale, responsabile & sostenibile)?
Una riflessione a parte la meriterebbero poi i rapporti fra politica e affari. Rapporti che rasentano e spesso superano la promiscuità. Non occorre essere dei Magistrati per capire, da buone sentinelle del territorio, che troppe volte qui ha prevalso l’interesse privato a scapito di quello della collettività. La grande stagione della pianificazione di area vasta – inaugurata dal Piano Urbanistico di Vezio De Lucia del 2004 – pare ormai un lontano e bellissimo ricordo. Eppure, andrebbe recuperato il senso profondo di quella spinta ideale e lungimirante. La LR 65/2014, fortemente voluta da Anna Marson, ci consentirebbe di aggiornare quell’input, declinandolo alle necessità della Val di Cornia odierna.
Ecco cosa chiediamo: un grande dibattito pubblico, che metta al centro lo straordinario patrimonio naturalistico, culturale, archeologico e testimoniale del nostro territorio e che veda tavoli tematici di confronto aperti a tutti. Cittadini, comitati, associazioni, sindacati, amministrazioni. Nei momenti di crisi com’è quello che stiamo vivendo, alzare il livello della discussione e fare proposte costruttive crediamo sia molto importante. Per non dire vitale.
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