Firenze, 29 gennaio, 2025 - Nella serata di martedì 28 gennaio, la tempesta ha spinto la nave cargo Guang Rong battente bandiera cipriota contro il pontile di Marina di Massa e vi si è incagliata. La nave, lunga 100 metri, stava trasportando detriti di marmo estratti dalle cave delle Alpi Apuane per essere utilizzati come inerti nella costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova. La nave (inclinata e visibilmente danneggiata) si trova ancora davanti al pontile, che ha parzialmente distrutto, mentre per fortuna sono salve le 12 persone dell’equipaggio. Non è ancora chiaro se dalla nave sia già fuoriuscito del carburante. La situazione è monitorata in tempo reale da Guardia Costiera e Protezione Civile.
La nave era in sosta da alcuni giorni a Marina di Carrara per le operazioni di carico del pietrisco estratto dalle cave. Martedì sera, l’intensità del vento e delle mareggiate ha spinto la nave fino al pontile di Marina di Massa. “La situazione è molto seria,” dichiarano Francesco Rossi, presidente del Circolo di Legambiente Massa-Montignoso e Maria Paola Antonioli, presidente Circolo di Legambiente Carrara, “c’è un forte odore di gasolio sul lungomare e siamo molto preoccupati per il rischio di un disastro ambientale: chiediamo analisi immediate sulle acque marine e sul materiale rimasto a bordo e sui fusti galleggianti fuoriusciti dalla nave.”
La nave Guang Rong era stata affittata da Fincosit per eseguire la propria parte di socio esecutore della nuova diga foranea del porto di Genova e trasportare sul posto il pietrame estratto dalle cave. Nel 2023 era stata sottoposta a fermo amministrativo della Guardia Costiera per violazioni alle norme internazionali sulla salvaguardia della vita umana in mare, la protezione dell’ambiente marino e la sicurezza della navigazione. Il fermo più recente è avvenuto nel porto di Marina di Carrara nel mese di ottobre 2024. È importante quindi, anche a seguito del precedente fermo, che le Autorità acquisiscano i documenti relativi allo stato di manutenzione attuale della nave e i contratti stipulati con il committente. È inoltre fondamentale che tutti i dati relativi alle analisi e al monitoraggio delle acque marine siano costantemente condivisi con la cittadinanza.
Legambiente Toscana formula l’auspicio che venga fatta piena luce sull’accaduto e che si continui a monitorare la situazione, affinché possa esser scongiurato il rischio di un enorme danno ambientale, inferto a un territorio, già abbondantemente ferito dall’escavazione e da vecchie produzioni chimico/industriali oggi dismesse (vedasi SIN di Massa Carrara).
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