Depositata in Consiglio Regionale una proposta di legge tesa a comprimere gli istituti della valutazione e della partecipazione
Legambiente: “Per rendere semplici e veloci le procedure, così si rendono più «opachi» i progetti che atterreranno in Toscana:
esattamente l’opposto di quel che serve adesso!”
“Legambiente è perfettamente consapevole del fatto che siamo alla vigilia di una fase cruciale per la storia del nostro Paese. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dovrà infatti rispondere alle tante aspettative che la crisi pandemica, coi suoi nefasti effetti socio/economici, ha generato sui territori. Come è anche comprensibile l’ansia del fare «presto e bene» della Regione Toscana, vista la scadenza insindacabile del 21/12/2026 di Next Generation EU” – esordiscono Stefano Ciafani e Fausto Ferruzza, rispettivamente Presidente nazionale e regionale di Legambiente.
“Tuttavia, la proposta di legge N. 92/2021 appena depositata in Consiglio Regionale da sedici consiglieri di maggioranza – continuano Ciafani e Ferruzza – contiene un principio del tutto inaccettabile dal nostro punto di vista. E cioè che le procedure di valutazione (e partecipazione) meritoriamente insite negli articolati delle nostre Leggi (n. 10/2010 «Norme in materia di valutazione ambientale strategica (VAS), di valutazione di impatto ambientale (VIA), di autorizzazione integrata ambientale (AIA) e di autorizzazione unica ambientale (AUA)» e n. 65/2014 «Norme per il governo del territorio») siano complicazioni inutili”.
Nello specifico, viene proposto un automatismo per cui per un Progetto da PNRR, per approvare la variante ai piani urbanistici che induce, basta l’avallo a uno studio di fattibilità e alla contestuale dichiarazione di pubblica utilità e indifferibilità dell’opera. L'attuazione di un simile dispositivo determinerebbe una grave compressione dei diritti dei cittadini nell’accessibilità e nella partecipazione agli atti di governo del territorio e un sostanziale azzeramento degli istituti della valutazione. Una norma siffatta, in passato, ha richiesto addirittura l’approvazione di una specifica disciplina, la famigerata Legge Obiettivo, in deroga all’allora vigente Codice degli Appalti.
“Ma è questo che vogliamo davvero? Tornare alla deregulation di Berlusconi? E poi, proprio in Toscana, terra di diritti e di partecipazione? Le risorse economiche devono essere funzionali ai progetti e non viceversa. Si guardi alle reali necessità del Paese: per declinare e attuare la rivoluzione energetica e circolare che ci attende nei prossimi anni e per costruire più scuole e più presidi sanitari di prossimità, occorre non meno ma più trasparenza e più partecipazione!” – concludono i vertici di Legambiente.
Legambiente Toscana APS
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